venerdì 17 febbraio 2012

Storia: A me il maiale non piace!


Spagna, un giorno di giugno del 1792: Francisco è un pittore criticato e amato, Ines la sua modella e musa ispiratrice. E' bellissima.
Nella scena Ines posa per Francisco. Intorno solo bellissimi dipinti sui quali spesso lei viene ritratta. La musa.
Gli splendidi lineamenti della giovane fanciulla rapiscono anche l'aria. Un silenzio ovattato avvolge di imbarazzo anche lo spettatore che furtivo si intrufola nella scena.
Gli occhi innocenti di lei fanno breccia nelle mani pittrici di Francisco. E, ombra dopo ombra, con lacrimevole disperazione Francisco termina il ritratto della giovane donna. Timido e un po' impacciato.
Luglio 1792. La scena si sposta. Fratello Juan è un inquisitore dei più efferati. Proporrà l'inasprimento delle pene per coloro che, con o senza intenzioni, minacciano l'ordine costituito e la chiesa con azioni atte al più recondito dubbio di invito al sesso, o alla dannazione eterna.
Il Sant'Uffizio, composto da uomini ingordi e dallo sguardo rapace, accoglie il suo invito con la bava alla bocca. Qualcosa di terribile deve ancora accadere. Il capo della Chiesa spagnola annuisce con le sue pendule guance. Ognuno dei componenti della setta uffiziale viaggerà per la città di Madrid con un blocchetto in mano e farà l'elenco dei cattivi. E i cattivi saranno inquisiti. 
Lo spettatore assiste incredulo a tutte le inquadrature.
Agosto 1792. La scena è nuovamente fissata sul pittore incantato: Fratello Juan, inquisitore senza orgoglio, è in posa per un ritratto. Nasconde le mani già sporche di sangue. Si incanta guardando i volti della bella Ines. La disputa tra i due uomini per accaparrarsi l'ultimo sguardo di Ines, cattura chi guarda la scena. Lo spettatore è rapito e comincia a fantasticare sulla scena seguente. Il fratello inquisitore serpeggia parole di invito ad una confessione giudea da parte di Francisco. Cerca di persuaderlo con una trappola fin troppo scontata: lo prende per la gola. "Le ha toccato prima il culo o le tette?", gli chiede con astuta diplomazia che nessuno, nemmeno lo spettatore, sembra accorgersi di quanta volgarità contengano quelle parole. "Prima culo o prima tette Signore? Allora? Risponda Francisco!". Francisco non risponde.
 
L'equivoco
Sempre agosto 1792. Una taverna qualunque della Madrid più povera. La scena è fumosa. Il respiro è acido e sa di tabacco, grasso e vino d'aceto. Ines ama andarci con i suoi fratelli, si diverte a fare la grande, sui tavoli misti di cibo, di carni, di bave. Urla, risate, e sguardi furtivi. Gli adepti uffiziali, imparruccati e in incognita, osservano e scrivono.
Ines ha fame. Mangia. Un piccolo e tenero maialino glassato arriva ai suoi occhi, davanti a lei, lucido come i pomi d'autunno. "Che schifo!", sembra dire con lo sguardo. "A me non piace il maiale!". E gira il volto con senso di forte disdegno. Chi ha mai potuto uccidere un tenero maialino e toglierlo alle ancora dolenti membra di sua madre? Lo spettatore è inorridito quanto Ines. E chiude gli occhi in segno di rispetto. Gli adepti continuano a scrivere. 
Settembre 1792. Questa volta la scena di sposta nella casa di Ines. Suo padre Luis, un ricchissimo commerciante innamorato di sua figlia, la convoca per una riunione di famiglia straordinaria.
Il Sant'Uffizio comunica che la ragazza deve presentarsi al più presto al cospetto dei vertici della Chiesa giusta e misericordiosa. Luis è spaventato. Ines non comprende. I fratelli si guardano sottecchi. Ines è rossa di vergogna e paura. Lo spettro della diffida dalla società per bene incombe nella sala. Tutti si fanno la croce. Lo spettatore è attonito. Cosa mi sono perso nella scena precedente? O sono i quadri l'oggetto del delitto?
 
La tortura e la condanna
Ines non ha mangiato il maiale: questa è l'accusa. E' una giudea? E' un'assassina di Cristo, come i cattolici misericordiosi amano giudicare i giudei? 
"Perché non hai mangiato il maiale?". "Perché non mi piace". "Non è vero confessa". "Non mi piace il maiale mi fa schifo". "Non è vero confessa, sei una giudea".
Adesso si sentono solo le urla di Ines appesa a “la corda” per i polsi. Nuda. Un puzzo di piscio invade le narici di tutti. I torturati se la fanno addosso dalla paura. Ines pende dal soffitto ammuffito. Balbetta qualcosa: forse il dolore, la pietà, lo spavento, l'incredulità di ciò che le sta accadendo. E prega. Ines prega e piange. Mentre i porci non ricoperti di glassa, la guardano compiaciuti.
La corda la farà confessare sicuramente se non sarà sostenuta dalla forza di Dio. Le gambe segnate, lo strazio, le membra gelate, i capelli bagnati dal moccio che cola copioso e dalla saliva... Non è ancora abbastanza. Lo spettatore si gira indignato. A che serve questa violenza? Il perverso disegno cristiano si compie. Ines confessa.
E il giudaesimo vince la morte e il dolore uno a zero. Carcere a vita.
 
Il patto
Il giorno dopo dello stesso mese e dello stesso anno. Padre Luis incontra Fratello Juan: la supplica di un padre per la figlia, lo strazio, l'amore, il coraggio. A Juan non par vero di poter occuparsi della bella Ines. Per duemila monete si vende, ma non rinuncia all'orgoglio ecclesiastico.
"Ines è stata condannata con ragione, è giudea!", proclama. "Ines non è giudea", ribatte il disperato. "Ines ha confessato". "Ines non è giudea!". "Ines ha confessato alla corda, ripeto". "Chiunque confesserebbe sottoposto alla corda!"
In un attimo Juan è appeso al soffitto della sala da pranzo. Il padre di Ines è la vendetta in persona. Lo spettatore gode. "Muori bastardo! Confessa allora di essere una scimmia eretica nata per sfruttare la Chiesa!". Anche lui baratta e firma con l'inchiostro.
La scimmia vince la morte uno a zero. In cambio del silenzio Juan chiederà ai suoi superiori la scarcerazione immediata, giustificata dalla gioventù della bella Ines.
 
La violenza
Il giorno dopo del giorno dopo, dello stesso mese dello stesso anno. A Juan non rimane che la speranza di non veder diffondere la sua confessione di eretico. In cambio di questo silenzio insinua ai vertici la necessità di accettare monete e perdono. La Chiesa licenzia il fratello e conferma la condanna: la Chiesa non può tornare sui suoi passi.
Lo spettatore si interroga dubbioso: e ora?
Nei sotterranei fondi, melmosi e sporchi, lo sterco e i resti di cibo e di topo sono lo spettacolo seguente: le carceri. 
Fratello Juan ha ancora solo una possibilità prima del patibolo: redimere la povera Ines in una fitta preghiera. Salvare la sua anima, e compiacere il suo cinico ruolo di rigido uffizioso.
Quasi ci casca anche lo spettatore, quando depone il mantello sul corpo sfregiato di Ines, incatenata e nuda, che si copre per la vergogna. 
Le chiede di pregare. E durante la preghiera la violenta. "La storia è sempre la stessa", pensa lo spettatore che brucia di desiderio di morte. 
E' bella Ines, anche insanguinata e deturpata. E dopo la violenza lei guarda il suo stupratore come un salvatore. "Ora che mi hai avuta, mi farai uscire?". I suoi occhi si abbassano. La sua supplica uccide. 
Il padre consegnerà la confessione del mostro, che sarà scomunicato dalla Chiesa. Juan scapperà e di lui si perderanno le tracce.
 
Quindici anni dopo
Spagna 1808. La Francia è a Madrid. Il re è scappato con la brutta moglie regina. I francesi sono illuminati e aboliscono il processo inquisitorio. Ines è libera.
Dell'incantevole ragazza non c'è più nulla: il mento disfatto, gli occhi perduti, le gambe simili a stecchi di rami spezzati, il ventre sgravato da una figlia rapita dagli uffiziosi e abbandonata subito dopo la nascita. Chi ha osato tanto?
Juan torna francese e strona il sommo sacerdote. Ines, libera e stremata dalla pazzia lo riconoscerà, e cercherà in lui il padre e la figlia perduta.
Ma la controrivoluzione è vicina. E la storia si ribalta ancora. Vittima e carnefice ora sono vicini. Juan muore strozzato per mano del boia britannico. 
Madri e figli si mischiano nella folla. C'è anche lei, Cecilia, la figlia di Ines, persa e inconsapevole della materna presenza.
Matta d'amore Ines perdona il suo torturatore, e lo bacia dopo il suo ultimo e unico atto di dignità: morire.


Vabbè... non dovevo guardarlo questo film... volevo fare altro stasera... che farmi catturare dalla Santa Inquisizione: fosse stato meno attuale l'argomento...

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