lunedì 20 febbraio 2012

Storia: Il quadro di Lalla



Conobbi Lalla per venderle un quadro di un mio amico gallerista.
Lei voleva trattare solo con donne: aveva ormai perso ogni traccia del genere maschile da quando il suo primo ed unico amore segreto per un famoso pittore divenne impossibile.
Ottantacinque anni portati dignitosamente, profumava di iris, e così ogni cosa alla quale ti avvicinavi in casa sua.
Un giorno mi disse: “... sarebbe stato l'unico uomo con il quale avrei voluto perdere la mia verginità”. Non ebbe a dire altro sull'argomento.
Era una signorina per bene che viveva nel cuore della Torino ottocentesca: mi invitava a prendere tè e biscotti alla cannella e mi mostrava le sue piccole collezioni di quadri: gli schizzi del suo mancato amore e i quadri di donne, molte donne.
Spesso prendeva i vestiti più belli che indossava quando era poco più che ventenne e me li presentava con una tale grazia che sembrava un incantatore di serpenti. Ogni volta mi invitava a provarne qualcuno e non sono mai riuscita a dirle di no.
“Hai la mia stessa taglia di allora”, mi diceva ammiccando con discrezione e con quella malizia che spesso mi lasciava interdetta e faceva sorgere il dubbio se fosse spontanea, o sapientemente meditata.
Ed io, nuda, in slip e reggiseno, mi facevo vestire come una bambola.
Le sue mani sapevano di canfora e le dita erano fredde come ferri di maglia.
Quando ero vestita di tutto punto, mi fissava per qualche minuto e mi diceva: “Torna quando vuoi e te lo faccio trovare impacchettato, tanto ammuffirebbe nel mio armadio!”.
Così collezionai circa una ventina di capi, camice, abiti, golfini ricamati, pizzi e guanti...
Il mio nuovo guardaroba virtuale vintage era veramente una chicca...
Ogni volta che tornavo, nella speranza di riuscire a venderle quel quadro che con ammirazione continuava a guardare come se fosse la prima volta, mi portavo via virtualmente uno dei suoi vestiti e realmente solo il mio quadro.
Lalla soffriva di Alzheimer e dimenticava ogni cosa non appena varcavo la soglia della sua casa per uscire.
Malgrado tutto ogni volta ritornavo, perché quella vecchina profumata di fiori aveva un tale ascendente su di me che catturava e confondeva tutti i miei sensi.
La trovarono stesa sul letto vestita con quello che sapevo sarebbe dovuto essere il suo completo della prima notte se mai si fosse sposata.
Si era addormentata per sempre.
In mano aveva le foto di quelle che, la governante mi disse, furono le donne della sua vita. Solo in quell'istante seppi che Lalla amò safficamente ogni donna che entrò nella sua esistenza.
Provai un senso di dolcezza per tutte quelle volte che, discreta ed impenetrabile, accarezzava il mio corpo, nell'intento di aiutarmi a tirar su le vesti, ostentando un po' di imbarazzo.
Con il permesso della governante, portai via da casa sua una boccetta di estratto di iris... e il profumo di cannella dei biscotti cotti il giorno prima.

1 commento:

economistapercaso ha detto...

Irma, ma sei bravissima!!! Mi sono appena unita al tuo sito...

Baci!

Azzurra di W&W